di Massimo Biliorsi
Siena è ancora una città ricca di misteri, di inquiete leggende e, se vogliamo, di itinerari magici. E non poteva certo mancare una “bella avventura esoterica” anche nella valle di Porta Giustizia, già misteriosa di per sé, per la sua particolare collocazione, per il suo intatto fascino e, soprattutto, per essere stato luogo di passaggio dei condannati a morte.
Ma quello che è restato di secoli di leggende va effettivamente oltre la immancabile presenza notturna di inquieti spiriti. Durante la stesura di “Storie di luna piena” non pensavo certo di imbattermi, fra le nostre parti, nel mondo dei vampiri, che hanno una loro collocazione, storica e geografica, soprattutto nei paesi dell’Europa orientale, nei secoli XVII e XVIII.
Invece ecco il vampiro grattare anche da noi alla porta della nostra curiosità. Nel territorio di Siena ne ho scovati addirittura tre. Uno a Colle val d’Elsa, dove lo spirito di un antico macellaio faceva ancora muggire nella sua antica bottega i buoi già macellati, e uno nelle campagne di Pievasciata, dove un defunto proprietario usciva ancora dalla sua cappella per succhiare il sangue ai poveri contadini. E l’altro in città, proprio nella valle di Porta Giustizia.
Siamo sul finire dell’Ottocento: si racconta di un vampiro, nel suo classico e coreografico aspetto, che infestava la zona, sicuramente ben poco illuminata e quindi evitata il più possibile a notte dalla popolazione. Si racconta che era lo spirito di un condannato a morte ma c’era chi andava oltre, identificandolo in Niccolò di Tuldo, passato alla storia per essere stato decapitato alla pietosa presenza di Santa Caterina. Il vampiro di Porta Giustizia fu visto da molte persone, anzi, una volta fu addirittura circondato da un gruppo di abitanti, nella zona che costeggia le antiche mura cittadine. Naturalmente il vampiro, visto la mala parata, scomparve misteriosamente. Alcuni giurarono di averlo visto trasformarsi in un pipistrello. Le voci raccolte vanno oltre. Qualcuno raccontava che aveva succhiato il sangue a più di una persona: ad una giovinetta, ad un fiaccheraio, portandoli entrambi sul punto di morte. Tutti pensavano che il vampiro fosse di casa in quella zona, addirittura seppelliti in zona sconsacrata. Insomma, gli adepti della cosiddetta “morte apparente” hanno nostalgiche avventure anche nelle nostre terre e Porta Giustizia conserva ancora il fascino di un luogo splendidamente senza tempo.