“La speranza è l’ultima a morire” dice il proverbio e questo potrebbe essere anche il motto dei Cassiopei.
Volete qualche esempio?
Pandaleo è stato abbandonato quasi un anno fa, ormai, perchè chi lo teneva in casa lo ha buttato in mezzo a una strada dato che aveva delle croste al naso. Quelle croste (mai curate) sono risultate un tumore e dopo varie sedute di chemio (sì, di chemio: anche i tumori degli animali si tengono a bada così) purtroppo il suo destino è segnato. Però Pandaleo, nonostante abbia il musino mangiato dal male e nonostante che soffra visibilmente, viene curato e anche se ci sono giornate buone e giornate brutte lui regge. E mangia e fa le fusa (se gli gira bene) e si gode quello che ancora la vita gli offre ai Cassiopei.
Nappoleone (con due “p”, volutamente) con il naso sfigurato – anche lui – da un tumore che viene tenuto sotto controllo dopo vari costosissimi cicli di chemio. Ma anche lui regge. E anche lui, se regge, si cura.
Omero, che viene dall’Aquila: uno dei tanti mici che dopo il terremoto sono stati lasciati a se stessi. Un fungo gli sta letteralmente consumando una parte del musino perché si è insediato dietro l’occhio. Ma è (anche lui dopo un anno) ancora nella sua cussia e nella sua casina Cassiopea.
L’ultimo in ordine di tempo è Mr. Big: la rottura del diaframma,il muscolo che normalmente separa la cavità toracica dall’addome, ha fatto sì che gli organi contenuti nella cavità addominale siano entrati nel torace andando a comprimere cuore e polmoni. Le scelte erano due: sopprimerlo o operarlo?
Logicamente è stato operato e, dopo quasi un mese di clinica, sta bene, è salvo. Può ricominciare una vita e a carcare un’altra famiglia.
E allora l’oasi felina dei Cassiopei, non è solo un “gattile”, ma davvero una sorta di centro di accoglienza e di recupero per gatti abbandonati, maltrattati, ammalati (FIV e FELV la fanno da padroni) o, semplicemente, che nessuno ha voluto, o, peggio ancora, che dopo qualche tempo in una casa, quasi fossero peluche ormai tarmati, sono stati sbattuti fuori dalla porta perché non li si voleva più intorno né si aveva più voglia di curarsi di loro. Per questo i Cassiopei, noi de La Proposta (Cooperativa Sociale di recupero) li chiamiamo: la cooperativa sociale dei micetti. Perchè in qualche modo il nostro agire è affine: aiutare esseri viventi (uomini o animali), dare loro la possibilità, provare a dare loro almeno la possibilità, di un futuro
Per ognuna di queste situazioni (e per tutte le altre: l’elenco sarebbe lungo) Cristina e Anna, che gestiscono i Cassiopei, non hanno dubbi: si curano. Ma queste cure costano, costano moltissimo e le volontarie dell’oasi, da sole, non possono farcela. Non servono cifre astronomiche, ma ogni aiuto è prezioso e fondamentale. Anche perchè oltre le sedute di chemio, le operazioni, le degenze ci sono le medicine e c’è l’ordinario: cibo, lettiere e quanto di altro. Ecco perchè è importante far girare gli appelli: chiediamo una mano; chiediamo a chi legge di sottoscrivere quello che vuole (ogni euro è un euro in più) per salvare queste povere creature che, dalla vita, a parte dolore e malattia, hanno avuto ben poco di altro. Donare è semplicissimo basta andare sul sito dei Cassiopei alla pagina delle donazioni (http://www.cassiopei.it/donazioni/) .
Grazie per quello che potrete e vorrete fare. I mici dei Cassiopei ringraziano a fusa.
Ah, logicamente tutti i mici dei Cassiopei sono in adozione, cercano casa, una famiglia che li ami. Andate a conoscerli e vi troverete sul divano una palla di pelo d’amore (come me adesso)