di Luca Petrangeli
Nell’ambito generale della disabilità gli interventi riabilitativi hanno la caratteristica di tendere ad acquisire una dimensione lavorativa vera e propria, diventando negli anni un impegno importante da parte di tutti i servizi, pur in una fase di grandi difficoltà nel reperimento delle risorse.
In particolare, nella Salute Mentale Adulti questo percorso è stato oltremodo difficoltoso ed ha spinto più servizi ad impegnarsi nello specifico formulando diverse progettualità ed interventi.
Nella valutazione complessiva delle attività della Salute Mentale Adulti della Zona Senese, ci siamo resi conto che la tematica della riabilitazione e del lavoro evidenziavano una certa stagnazione e mancanza di evoluzione nei percorsi di integrazione. Da qui la riflessione che ha portato a ripensare la strategia di intervento, facendo risaltare la scarsità di sinergia dei vari enti interessati alle problematiche del mondo lavorativo dei soggetti svantaggiati.
Il lavoro dell’Unità Funzionale Salute Mentale Adulti della Zona Senese è stato riformulato da circa sei mesi, a partire da una ricognizione a livello regionale e da un confronto con le altre agenzie territoriali. Tra gli obiettivi iniziali vi è stato il tentativo di costruire un linguaggio comune, che descrivesse le diverse tipologie d’intervento producendo un glossario. Nella fase successiva sono stati effettuati incontri con un funzionario regionale referente per i Centri per l’Impiego, al fine di evidenziare le aree di criticità relative all’attuazione della Legge Nazionale n°68/99.
Questi contatti hanno avuto un duplice obiettivo: da un punto di vista divulgativo, coinvolgere i diversi soggetti in una riflessione pubblica che culminasse nella realizzazione di un convegno tematico; da un punto di vista operativo, consentirci di iniziare un percorso più specifico dove prendere in considerazione non solo le problematiche territoriali, ma anche le specifiche caratteristiche degli utenti della Salute Mentale.
In tal senso sono stati avviati alcuni tavoli di incontro con enti diversi: Cooperative Sociali di tipo B, Centro per l’Impiego, A.I.L. (Area Integrazione Lavoro), coordinamento con gruppi operativi multidisciplinari.
Questo ha permesso di condividere le difficoltà di intervento nel reinserimento lavorativo dei nostri cittadini-utenti, ma anche la necessità di una più stretta collaborazione per far fronte, da un lato alla criticità dell’attuale contingenza economica, dall’altro alla peculiarità di un campo che richiede la costruzione di percorsi individualizzati, non solo nella fase di progettazione iniziale, ma anche in quella di progressiva realizzazione.
Tenendo conto delle risorse, delle attitudini e dell’evoluzione del percorso terapeutico di ciascun soggetto, abbiamo individuato un iter graduale di avvicinamento al lavoro che, a partire da un livello più “protetto”, favorisca una progressiva autonomizzazione nel sostenere un ruolo sociale e nello svolgimento di una concreta attività produttiva.
Il tentativo è quello di spostare l’ottica del nostro intervento da una dimensione prevalentemente assistenziale ad una di reale emancipazione, nella convinzione che tale sia il compito attuale dei servizi per prevenire la cronicizzazione e favorire il pieno recupero di ogni soggetto.