di Roberto Cresti
Nei precedenti articoli dedicati alla fonte di Valdimontone e alla chiesa di San Luca abbiamo visto che nella prima metà del Trecento l’area dell’Orto de’ Pecci, oggi pressoché sgombra di edifici, fu interessata da una consistente urbanizzazione, che dette vita al “Borgo nuovo di Santa Maria”. Delle vicende di questo insediamento avremo modo di parlare nel prossimo appuntamento. Adesso, invece, vogliamo soddisfare un altro quesito: prima del XIV secolo la Valdimontone era mai stata abitata? La risposta è senz’altro affermativa, anche se a questa conclusione possiamo giungere solo per via indiretta e attraverso fonti documentarie, non potendo contare su prove inconfutabili derivanti da scavi archeologici, mai effettuati nella vallata.
Partiamo, intanto, dai documenti. Poco dopo la metà del secolo XI essi attestano che una parte della Valdimontone, allora situata al di fuori della città, ospitava un insediamento abitativo di chiara matrice rurale (il “vicus de Montone”), come abbiamo già visto. Dall’analisi di queste carte si può dedurre che il villaggio in questione doveva occupare la zona mediana tra il Montone e il poggio dei Tufi, anche se probabilmente era più spostato verso quest’ultimo, sotto l’odierna via di Fontanella. Inoltre in alcuni di questi documenti si fa riferimento ad una fonte posta nei pressi del villaggio, la cosiddetta “Fonte Roizi” o “Roiti”. Questa era ancora in funzione nel tardo Duecento e, come si desume dal Constituto del 1262, era situata tra l’Abbadia all’Arco e la chiesa di San Frediano (oggi non più esistente, doveva ubicarsi nei pressi dell’attuale cimitero della Misericordia). Alla luce di ciò, il “vico di Montone” doveva sorgere piuttosto distante dall’attuale piazza del Mercato e in prossimità della cinta muraria costruita nel XIV secolo, anche se verosimilmente l’abitato doveva presentarsi abbastanza frastagliato e inserito in un contesto tipicamente suburbano.
Proprio la denominazione di questa fonte apre scenari assai interessanti. Essa deriva probabilmente dal nome del proprietario del terreno dove sorgeva, un tal “Roczo” o “Roizo”, di chiara provenienza longobarda, che sembra provare che l’insediamento nella Valdimontone risalga tra il VII e l’VIII secolo, quando Siena divenne importante sede di un gastaldato. Anche perché sempre nella documentazione di quel periodo si registra la presenza di un altro toponimo di evidente matrice germanica, il curioso “Rapitangia”, che indicava un luogo prossimo al villaggio. Inoltre, secondo studi recenti, lo stesso nome del vicino rione di Salicotto deriverebbe dalla fusione dei due vocaboli d’origine germanica “scholle” = terra, zolla, e “kot” = fango, terra, che uniti assumerebbero il significato di modesta abitazione/tugurio o anche di estensione di terra/campo affittato.
La presenza di un villaggio rurale nel fondovalle ancora oltre la metà del secolo XI, però, può far pensare ad una persistenza insediativa ben più antica dell’età longobarda, rimandando addirittura ad un’epoca preromana e romana. Questa eventualità pare confermata dal rinvenimento di una presumibile tomba di età etrusca, avvenuta qualche anno fa durante le opere di ristrutturazione del museo della Contrada della Torre, e soprattutto di alcune fibule bronzee scoperte alla fine dell’Ottocento in piazza del Mercato, in occasione dello sterro compiuto per costruire il muraglione sopra via di Porta Giustizia. Queste dovevano provenire da una tomba o un ripostiglio, e oggi risultano disperse, ma per fortuna ne resta una fedele descrizione redatta ai primi del secolo scorso, secondo la quale sarebbero databili all’VIII-VII secolo a. C.
Del “Vico di Montone” i documenti continuano a parlare anche nel Duecento, ma l’impressione è che ormai il sito avesse perduto i suoi connotati insediativi, a tutto vantaggio di quelli prettamente rurali, visto che vengono menzionati soprattutto vigne, terreni e il podere di un tal Raniero di Bernardino. Tra il XII e i primi del XIII secolo, dunque, è assai probabile che la Valdimontone si sia spopolata quasi completamente, per poi tornare ad urbanizzarsi nel primo Trecento. Di come nacque il Borgo nuovo di Santa Maria, però, parleremo nel prossimo articolo.